Note di Matteo


#innovazione

Molti dei prodotti delle “intelligenze artificiali” di cui parliamo quotidianamente mi sembra siano finora prodotti già esistenti, che queste tecnologie ci stanno aiutando a ottenere con minor impegno e a volte con maggiore qualità di quelli che avremmo ottenuto senza quelle tecnologie (tutte le immagini che vediamo prodotte da “intelligenze artificiali” possono essere realizzate con Photoshop; dei testi celebriamo proprio quanto siano simili a quelli umani, non diversi, impensati o eccezionali; eccetera). Non vedo – in questa gran parte di esempi protagonisti delle esperienze e conversazioni quotidiane della maggioranza delle persone – produzioni di cose o funzioni nuove e prima inesistenti, né effetti nuovi di quelle produzioni che trasformino le vite degli umani (salvo che nel tempo che liberano, o nel lavoro che sottraggono). In gran parte parliamo di “contenuti”: testi, immagini, suggerimenti, insegnamenti. Insomma, al momento niente sembra paragonabile alle trasformazioni indotte nelle nostre vite, nelle nostre società, persino nelle nostre teste, dalle innovazioni degli scorsi decenni. Al momento.

Luca Sofri

#175 /
19 novembre 2025
/
22:22
/ #ai#innovazione

Un giovane molto esperto e molto coinvolto nelle cose delle “intelligenze artificiali” mi ha messo le cose in una prospettiva interessante, pochi giorni fa: secondo lui esistono “intelligenze artificiali cattive” in quanto fanno cose al posto nostro atrofizzando in prospettiva la nostra capacità di farle e rincoglionendoci ancora di più (che le trasformazioni digitali degli scorsi decenni ci abbiano in parte rincoglionito è ormai dato per condiviso); ed esistono “intelligenze artificiali buone” che invece possiamo usare per migliorarle, le nostre capacità, e aumentare le nostre conoscenze e competenze. Mi è sembrata fin qui una lettura convincente: se ci pensate, è successo anche con la storia dell’umanità pre-digitale che i progressi tecnici e i nuovi strumenti ci sollevassero dal saper fare delle cose grazie al fatto che quelle cose le sapeva fare qualcun altro (parliamo di competenze e capacità, qui, non di rapporti di forza). E che nel frattempo i progressi civili e tecnici venissero sfruttati anche per aumentare altre conoscenze di tutti: attraverso la scuola, l’informazione giornalistica, la divulgazione, i libri, eccetera. La differenza adesso sarebbe che non avverrebbe più la seconda cosa, perché la conoscenza verrà tutta indirizzata verso i software (poi forse, dicono in molti, non ci sarà più conoscenza da indirizzare): la distribuzione di sapere tra gli umani si azzererà.

Luca Sofri

#174 /
19 novembre 2025
/
22:21
/ #ai#innovazione

Qualcomm compra Arduino, il team resta in Italia ma il cofondatore Massimo Banzi lascerà l'azienda:

Una volta andata in porto, la exit sarà per gli investitori e per i cofondatori. Anche Massimo Banzi lascerà Arduino. «Avrò un ruolo di accompagnamento in questa transizione, poi, dopo 20 anni, è giusto che l’azienda cresca per la sua strada» conclude.

Su Rai Play c'è un documentario recente sulla storia di Arduino dal punto di vista di Banzi, include le controversie sul "marchio rubato" e le varie scissioni.

#51 /
8 ottobre 2025
/
10:41
/ #business#innovazione#italia

TIL la prima centrale geotermica al mondo è stata costruita in Toscana nel 1913 ed è rimasta l'unica fino al 1958. La più grande centrale geotermica in Europa è tutt'ora in Toscana, nella "Valle del diavolo", dove si produce il 10% dell'energia geotermica prodotta nel mondo. (Presadiretta)

#20 /
29 settembre 2025
/
23:11
/ #energia#innovazione#italia#mondo